La carta.

Le origini

Le origini della carta si fanno risalire ai Cinesi che la inventarono approssimativamente nel 105 d.C. Il ministro cinese, Ts’ai Lun, secondo la leggenda, si recava ogni giorno presso uno stagno adibito a lavatoio: lì, meditava ed osservava le donne lavare i panni. Un giorno si accorse che le fibrille, precedentemente staccatesi dai panni logori a causa dello strofinio e della sbattitura esercitati dalle lavandaie, si accumulavano e si riunivano a mo’ di tessuto. Ts’ai Lun raccolse con delicatezza il sottile velo di fibrille feltratesi (attaccati gli uni agli altri) in un’ansa dello stagno e lo pose ad essiccare. Nacque così un foglio di una certa consistenza, di colore biancastro ed idoneo per sopportare la scrittura. Ts’ai Lun come materia prima per la produzione della carta utilizzò la corteccia del gelso da carta. La parte fibrosa della corteccia veniva messa a macerare in acqua, risciacquata e, successivamente, battuta in mortai di pietra fino ad ottenere una pasta uniforme di fibre cellulosiche.

Questa pasta, opportunamente diluita con acqua, veniva messa su un graticcio costituito da sottilissime canne di bambù per prendere la forma. Attraverso il graticcio la pasta perdeva acqua e le fibre, feltratesi tra loro, restavano in superficie formando un foglio di opportuno spessore, che veniva essiccato all’aria.

In Cina si fabbricavano i più svariati tipi di carta, con canapa, steli teneri di bambù, scorza del gelso, germogli di giunco, muschio e licheni, paglia di grano e riso, bozzoli del baco da seta, ma predominava quella fatta di stracci. Le varietà erano numerose e venivano man mano perfezionate ed utilizzate non solo come supporto per la scrittura ma anche come mezzo di diffusione della cultura.

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