La carta.

La pratica cartaria

Dal V secolo in poi la carta si diffuse in tutto l’impero in forme svariate ed elaborate, ma rimase un segreto della Cina fino all’VIII secolo, quando, nel 751 d.C., gli Arabi sconfissero i Cinesi in battaglia e a Samarcanda presero come prigionieri degli operai di cartiere che insegnarono loro la tecnica di fabbricazione della carta. In questo centro, ricco di acqua, canali di irrigazione e campi di lino e canapa, sorse la prima cartiera.

Successivamente, la produzione di carta si diffuse nella città di Bagdad, a Damasco, in Egitto ed in Africa Settentrionale, arrivando a Palermo e poi in Spagna, dove sorse la prima cartiera d’Europa (1009).

Il lino era un elemento molto importante da cui si ricavavano le materie per la produzione di tele e stracci; con il passare del tempo, tuttavia, ci fu una tale penuria di stracci da stimolare, nel XIII secolo, in tutta Europa la ricerca di materiali sostitutivi. Fu così che un francese, nel 1719, osservando le vespe mentre costruivano il loro nido , suggerì di provare ad usare il legno per fabbricare la carta. Le prove che vennero fatte ebbero esito positivo, tuttavia solo nel XIX secolo la pasta di legno si diffonderà e il legno diventerà la principale materia prima per la fabbricazione della carta.

L’Italia ebbe le sue prime cartiere ad Amalfi e a Fabriano, per poi diffondersi a Bologna, Genova ed in Piemonte, Toscana e Veneto.

I cartai italiani, inoltre, furono i primi a servirsi di filigrane per contrassegnare la propria carta, usanza assolutamente sconosciuta ai Cinesi e agli Arabi.

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