La svolta storica della COP28 o fumo negli occhi?

Introduzione: un momento importante per il Clima Globale

La 28ª Conferenza delle Parti (COP28) tenutasi a Dubai si è conclusa con un accordo importante che dovrebbe segnare un cambiamento significativo nella lotta globale contro il cambiamento climatico. Per la prima volta, i Paesi partecipanti hanno unanimemente approvato un documento che richiede una transizione dai combustibili fossili, segnando un momento significativo nel contesto delle negoziazioni climatiche internazionali. Ma come stanno realmente le cose?

Contesto e significato dell’Accordo

L’Importanza storica secondo Sultan Al Jaber

Durante la sessione plenaria finale della Conferenza sul clima, i delegati hanno adottato una bozza proposta dagli Emirati Arabi Uniti, ricevendo una standing ovation e prolungati applausi. Sultan Al Jaber, presidente della Conferenza, ha definito questo momento come una “decisione storica” per accelerare l’azione climatica e ha sottolineato l’importanza di gettare le basi per un cambiamento significativo. L’accordo, frutto di due settimane di intensi negoziati tra quasi 200 nazioni, mira a rafforzare l’azione climatica globale per mantenere l’aumento della temperatura entro un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali.

Il “Global Balance”

Un elemento centrale dell’accordo è il “Global Balance”, con l’obiettivo di rafforzare l’azione sul clima per contenere, come abbiamo già detto, l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Questo obiettivo ambizioso si allinea con l’Accordo di Parigi del 2015 e riflette un crescente consenso scientifico sull’urgenza di azioni più decisive. In questo modo si invitano gli Stati a iniziare una transizione ordinata ed equa dai combustibili fossili, con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Questa transizione è stata una priorità per l’Unione europea, altre economie industrializzate, e Paesi particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici.

Analisi dell’Accordo

Fino all’ultima sessione plenaria, c’era incertezza se un accordo così significativo sarebbe stato accettato dai Paesi produttori di petrolio, come l’Arabia Saudita. Tuttavia, il presidente della COP28, Sultan Al Yaber degli Emirati Arabi Uniti, ha celebrato il risultato come “storico e senza precedenti”, lodando il duro lavoro delle delegazioni, in particolare nelle ore finali di negoziato che hanno portato al consenso. Ha espresso orgoglio per il ruolo giocato dagli Emirati Arabi Uniti nel facilitare questo risultato storico.

Transizione dai combustibili fossili

L’ultima versione del testo della conferenza sul clima delle Nazioni Unite propone una transizione globale dai combustibili fossili entro il 2050. Questo passaggio è considerato cruciale per contrastare il riscaldamento globale, con un’enfasi particolare su questo decennio come periodo decisivo. Tuttavia, il termine “transition away” utilizzato nel documento è stato riconosciuto come ambiguo e aperto a interpretazioni, lasciando incertezza su se i Paesi dovranno completare l’abbandono dei combustibili fossili entro il 2050.

Dopo un giorno di ritardo, la conferenza ha raggiunto un accordo sulla menzione di tutti i combustibili fossili, includendo petrolio, gas e carbone. Il testo finale ha evitato di usare l’espressione “eliminazione graduale”, un termine preferito dalla maggior parte dei Paesi ma osteggiato da nazioni come l’Arabia Saudita. Invece, il documento riconosce la necessità di “riduzioni profonde, rapide e durature” delle emissioni di gas serra e chiede agli stati di contribuire a un elenco di azioni climatiche, rispettando le circostanze nazionali.

Sfide e reazioni

Tra le azioni chiave, si prevede di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Viene inoltre enfatizzata l’importanza di accelerare gli sforzi per eliminare gradualmente l’uso del carbone, promuovere carburanti a zero o basse emissioni, e favorire una transizione giusta, ordinata ed equa dai combustibili fossili. Questi sforzi sono essenziali per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, un obiettivo che richiede di bilanciare le emissioni di gas serra con quelle assorbite.

Stephen Cornelius del World Wildlife Fund ha sottolineato che l’approvazione di questo testo rappresenterà un momento significativo, poiché per decenni i negoziati sul clima delle Nazioni Unite non hanno affrontato direttamente la questione dei combustibili fossili.

Reazioni e critiche Internazionali

Accoglienza positiva e critiche

L’accordo è stato accolto positivamente da molte nazioni e leader mondiali. John Kerry e Ursula von der Leyen hanno sottolineato il suo ruolo cruciale nell’iniziare l’era post-fossile. Tuttavia, vi sono state anche critiche riguardo alle presunte scappatoie nel testo, con preoccupazioni che alcune nazioni possano continuare a espandere i loro investimenti nei combustibili fossili.

Le voci dei piccoli Stati insulari e dei Paesi in via di sviluppo

L’alleanza dei piccoli Stati Insulari (Aosis) ha espresso preoccupazioni sul fatto che l’accordo potrebbe non essere sufficiente per mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi. Questa preoccupazione è condivisa da molti Paesi in via di sviluppo, che sono tra i più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico.

Prospettive future

Verso l’attuazione dell’Accordo

La vera sfida sarà trasformare gli impegni di Dubai in azioni concrete. Ciò richiederà una collaborazione internazionale senza precedenti, investimenti significativi in tecnologie sostenibili e un impegno costante da parte dei governi nazionali.

Innovazioni tecnologiche e economiche

Per raggiungere gli obiettivi stabiliti, sarà essenziale accelerare lo sviluppo e l’adozione di tecnologie rinnovabili e a basso tenore di carbonio. Questo include non solo l’energia solare e eolica, ma anche l’energia nucleare, l’idrogeno a basso contenuto di carbonio e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

Conclusioni: un cammino verso il futuro

L’accordo raggiunto alla COP28 segna un punto di svolta nella storia delle negoziazioni sul clima. Nonostante le sfide e le critiche, esso rappresenta un impegno globale senza precedenti verso un futuro a basse emissioni di carbonio. La strada da percorrere è ancora lunga e piena di ostacoli, ma l’accordo di Dubai offre una base su cui costruire un futuro più sostenibile e resiliente per il pianeta.

Domande e riflessioni

  1. Transizione Energetica Equa: come possono i Paesi garantire una transizione dai combustibili fossili che sia equa e non lasci indietro le economie in via di sviluppo?
  2. Tecnologie di Cattura del Carbonio: qual è il ruolo delle tecnologie emergenti come la cattura e lo stoccaggio del carbonio nella riduzione delle emissioni globali?
  3. Scappatoie e Implementazione: quali sono le sfide principali nell’attuazione di questo accordo, considerando le possibili scappatoie e la necessità di un’azione globale coordinata?

Accordo di Parigi sul clima

Panoramica generale dell’Accordo di Parigi

Storia e contesto

L’Accordo di Parigi è stato adottato il 12 dicembre 2015 durante la COP21 a Parigi ed è entrato in vigore l’anno successivo, il 4 novembre 2016. Questo accordo segna un cambiamento significativo nella lotta globale contro il cambiamento climatico, con l’obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico. È il primo accordo globale che coinvolge quasi tutti i paesi del mondo in un impegno comune per limitare il riscaldamento globale.

Obiettivi

Gli obiettivi principali dell’Accordo di Parigi includono:

  1. Limitare l’aumento della temperatura globale: L’accordo mira a mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C sopra i livelli preindustriali e a proseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5°C.
  2. Aumentare la capacità di adattamento: Migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, rafforzando la resilienza e riducendo la vulnerabilità ai suoi effetti.
  3. Allineamento finanziario: Riorientare i flussi finanziari per essere coerenti con un percorso verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e resiliente al clima.

Struttura e implementazione

  • Contributi Nazionali Determinati (NDCs): Ogni paese partecipante deve presentare piani nazionali (NDCs) che delineano gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra.
  • Aggiornamenti periodici: I paesi devono aggiornare i loro NDCs ogni cinque anni, con l’obiettivo di renderli sempre più ambiziosi nel tempo.
  • Trasparenza e monitoraggio: Un sistema di trasparenza e monitoraggio è stato stabilito per tenere traccia dei progressi compiuti dai paesi verso il raggiungimento dei loro obiettivi NDC.

Partecipazione Globale

Quasi tutti i paesi del mondo hanno aderito all’Accordo di Parigi. Al 2023, 195 parti hanno firmato l’accordo. Questa partecipazione universale è un aspetto chiave dell’accordo, che sottolinea il riconoscimento globale dell’urgenza e dell’importanza della lotta contro il cambiamento climatico.

Implementazione e impegno dei Paesi

Azioni Nazionali

Dall’adozione dell’Accordo di Parigi, i paesi hanno intrapreso misure diverse per rispettare i loro Contributi Nazionali Determinati (NDCs). Queste azioni includono:

  • Investimenti in energie rinnovabili: Molti paesi hanno aumentato gli investimenti in fonti di energia rinnovabile come il solare, l’eolico e l’idroelettrico.
  • Politiche per ridurre le emissioni di carbonio: Alcuni stati hanno introdotto tasse sul carbonio, normative per l’efficienza energetica, e incentivi per la riduzione delle emissioni nelle industrie.
  • Piani di adattamento al cambiamento climatico: Sono stati sviluppati piani nazionali per aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, inclusi miglioramenti nell’agricoltura, nella gestione delle risorse idriche e nella protezione delle zone costiere.

Esempi specifici

  • Unione Europea: Ha stabilito obiettivi ambiziosi, come la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
  • Stati Uniti: Sotto l’amministrazione Biden, si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 50-52% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005.
  • Cina: Ha annunciato l’obiettivo di raggiungere il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030 e di ottenere la neutralità del carbonio entro il 2060.

Sfide nell’attuazione

Dipendenza dai combustibili fossili

La transizione da economie basate sui combustibili fossili è una delle maggiori sfide per molti paesi. La dipendenza da petrolio, carbone e gas naturale è radicata in molte economie, rendendo difficile un rapido passaggio alle energie rinnovabili.

Disparità economiche

I paesi in via di sviluppo affrontano sfide uniche, incluse risorse finanziarie limitate e infrastrutture meno sviluppate. Questo rende più difficile per loro implementare cambiamenti ampi e rapidi nelle loro politiche energetiche e climatiche.

Impatto della pandemia di COVID-19

La pandemia ha avuto un impatto significativo sull’economia globale, rallentando o addirittura invertendo alcuni progressi nella lotta contro il cambiamento climatico. Ha anche ridiretto l’attenzione e le risorse da iniziative ambientali a misure di emergenza per la salute pubblica.

Progressi e successi

Nonostante le sfide, ci sono stati progressi significativi in ​​alcuni settori:

  • Crescita delle energie rinnovabili: Si è assistito a una rapida espansione e a un calo dei costi delle tecnologie per le energie rinnovabili, rendendole più accessibili e attraenti.
  • Innovazioni tecnologiche: Progressi significativi sono stati fatti nell’efficienza energetica, nelle tecnologie di cattura del carbonio e in soluzioni sostenibili per l’industria e il trasporto.
  • Aumento della consapevolezza e dell’impegno Pubblico: C’è stata una crescente consapevolezza pubblica e impegno politico nel contrastare il cambiamento climatico, portando a iniziative più concertate in alcuni paesi.

Nelle prossime sezioni, esamineremo il finanziamento e il supporto fornito dall’Accordo di Parigi, il ruolo delle Conferenze delle Parti (COP) e le prospettive future.


Finanziamenti e supporto

Sostegno ai Paesi in via di sviluppo

Un aspetto fondamentale dell’Accordo di Parigi è il sostegno ai paesi in via di sviluppo per aiutarli a mitigare e adattarsi agli impatti del cambiamento climatico. Questo supporto si manifesta in diversi modi:

  • Finanziamento: Il Fondo Verde per il Clima, istituito dalle Nazioni Unite, è uno degli strumenti principali per fornire assistenza finanziaria ai paesi in via di sviluppo per progetti climatici.
  • Trasferimento Tecnologico: C’è un’enfasi sul trasferimento di tecnologie sostenibili e pulite ai paesi in via di sviluppo, aiutandoli a saltare tecnologie più inquinanti.
  • Sviluppo di Capacità: Programmi e iniziative sono stati avviati per migliorare le capacità dei paesi in via di sviluppo nell’attuare strategie climatiche efficaci.

Problemi di finanziamento

Nonostante gli impegni presi, il finanziamento promesso ai paesi in via di sviluppo non è sempre stato soddisfatto. Ciò ha limitato la capacità di alcuni paesi di attuare piani ambiziosi di riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico.

Le Conferenze delle Parti (COP)

Incontri annuali per valutare i progressi

Le COP sono incontri annuali delle parti dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che servono come piattaforma per valutare i progressi globali nell’affrontare il cambiamento climatico e per negoziare aggiornamenti agli impegni.

Ruolo cruciale delle COP

Questi incontri sono stati cruciali per mantenere l’Accordo di Parigi sulla giusta traiettoria. Durante le COP, i paesi discutono e negoziano aggiustamenti ai loro NDCs, condividono best practices e cercano soluzioni comuni a sfide condivise.

COP26 a Glasgow

Per esempio, la COP26 a Glasgow nel 2021 ha visto importanti discussioni sul rafforzamento degli obiettivi climatici, con un focus sulla necessità di azioni più rapide e ambiziose per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Prospettive future

Rafforzamento dei NDCs

Guardando al futuro, l’Accordo di Parigi richiederà un rafforzamento continuo degli NDCs per rimanere in linea con gli obiettivi di limitazione del riscaldamento globale. Ciò implica che i paesi dovranno aumentare i loro sforzi per ridurre le emissioni e accelerare la transizione verso economie a basse emissioni di carbonio.

Innovazione tecnologica e coinvolgimento del Settore Privato

L’innovazione tecnologica e il coinvolgimento del settore privato saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo. Tecnologie emergenti come l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica e le soluzioni di cattura del carbonio svolgeranno un ruolo cruciale.

Importanza della collaborazione Internazionale

La collaborazione internazionale continua a essere un pilastro centrale dell’Accordo di Parigi. Il successo nel combattere il cambiamento climatico dipenderà dalla capacità dei paesi di lavorare insieme, condividere risorse e conoscenze e sostenersi a vicenda nelle sfide comuni.

Conclusioni

L’Accordo di Parigi ha avuto un impatto significativo sul dibattito e sull’azione climatica a livello globale. Nonostante le sfide e le disparità nell’attuazione, ha catalizzato innovazioni, politiche e un crescente impegno globale. Il futuro della lotta contro il cambiamento climatico dipenderà dall’efficacia con cui i paesi possono collaborare e implementare strategie sostenibili.

Analisi approfondita di aspetti specifici dell’Accordo di Parigi

Impatto sui Settori Economici

  • Energia: Il settore energetico è fondamentale per la transizione verso fonti a basso contenuto di carbonio. Paesi come la Germania e la Danimarca hanno mostrato leadership nel settore delle energie rinnovabili.
  • Trasporti: La transizione verso i veicoli elettrici e i sistemi di trasporto pubblico sostenibili è una priorità. La Norvegia, ad esempio, è leader nella diffusione dei veicoli elettrici.

Coinvolgimento della Società Civile

  • Organizzazioni Non Governative: ONG e gruppi ambientalisti hanno giocato un ruolo cruciale nell’informare il pubblico e nel fare pressione sui governi per azioni più decise.
  • Settore Privato: Aziende di tutto il mondo stanno adottando pratiche più sostenibili, guidate sia da obiettivi etici che dall’efficienza economica.

Sviluppi tecnologici

  • Energie rinnovabili: Tecnologie come i pannelli solari e le turbine eoliche stanno diventando più efficienti ed economiche.
  • Cattura e Stoccaggio del Carbonio (CCS): Sebbene ancora in fase di sviluppo, la CCS potrebbe svolgere un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni dai settori più difficili da decarbonizzare.

Sfide Politiche e Economiche

  • Equità e giustizia climatica: È fondamentale affrontare le disparità tra i paesi ricchi, responsabili della maggior parte delle emissioni storiche, e i paesi in via di sviluppo, che affrontano le conseguenze più gravi del cambiamento climatico.
  • Finanziamento climatico: L’adeguatezza e l’efficacia del finanziamento climatico rimangono una questione controversa, con paesi in via di sviluppo che richiedono più supporto.

Visione per il futuro

  • Obiettivi a lungo termine: La visione a lungo termine include il raggiungimento di zero emissioni nette a livello globale entro la metà del secolo, come stabilito dall’Accordo di Parigi.
  • Adattamento e resilienza: Oltre alla riduzione delle emissioni, un focus crescente è posto sull’adattamento ai cambiamenti climatici e sul rafforzamento della resilienza delle comunità e degli ecosistemi.

Conclusioni aggiuntive

Mentre l’Accordo di Parigi ha segnato un importante passo avanti nella lotta globale contro il cambiamento climatico, la strada da percorrere rimane lunga e complessa. Richiede un impegno senza precedenti da parte di tutti i settori della società: governi, imprese, società civile e individui. La realizzazione dei suoi obiettivi richiederà innovazione continua, cooperazione internazionale e una volontà collettiva di agire in modo tempestivo e decisivo.